Oggi con noi Lorenza Ghidini, direttrice di Radio Popolare, radio “alternativa” per antonomasia creata nel 1975. È finanziata in gran parte dagli ascoltatori, con 16 mila abbonati che ne consentono una totale indipendenza: ha creato un dialogo diretto senza filtri con il suo pubblico per quella che è una vera e propria comunità Milanese da quasi 50 anni.

La radio sembra tornata in auge dopo un periodo con qualche sofferenza all’inizio dei 2000.
Per me non tramonta mai, perché ha la capacità di lasciare tantissimo spazio all’immaginazione di chi ascolta. È una specie di sollecitazione continua.
Cos’ha più degli altri media?
Per me funzionano tutti, la radio però ha il bello della diretta, delle cose che succedono e che ti vengono raccontate in tempo reale.





É il momento dei podcast? Qual è la differenza?
I Podcast si prestano più agli approfondimenti, la radio invece è un flusso che ti può accompagnare e dare tanti input.
La canzone di e su Milano del momento?
“Amo Milano” di Dargen d’Amico perchè è la Milano di questi anni.
E del futuro?
“Perif” di Neima Ezza perchè rappresenta un nuovo modo di fare musica, una comunità che gira intorno alla musica.
La notizia che non avresti voluto dare?
Risale a 23 anni fa ed è l’uccisione di Carlo Giuliani al G8 di Genova.
Qual è un programma che secondo te non può mancare in un palinsesto radiofonico?
Per noi è il giornale radio.
Fake news da tutte le parti. Come fate a evitarle?
Incrociando fonti diverse e non accontentandoci di una versione ufficiale. Va esercitai sempre il dubbio, anche se possono essere fonti autorevoli.
Raccontaci la tua Milano.
La mia “Università Statale” è il posto del cuore, dove ho studiato storia, formato amicizie, scoperto passioni e maturato interessi. La mia passione per la storia ha influenzato la mia carriera giornalistica e chi sono oggi. Adoro anche la musica dal vivo e frequenta posti diversi, da San Siro all’Arci Bellezza.
