Fabio Novembre

Fabio Novembre, è uno dei volti più riconoscibili della Milano contemporanea. Con il suo approccio visionario e provocatorio, ha trasformato spazi e strutture in luoghi capaci di raccontare storie e di stimolare la creatività. Da Porta Vittoria, il quartiere che ha visto crescere la sua passione per la città, a Fondazione Prada, Fabio ci ha raccontato di come Milano ha influenzato la sua vita e il suo lavoro.

Quali sono i luoghi del cuore di Milano per te?
Mi piace camminare a piedi, con la sensazione di avere una bussola in mano. Ci sono luoghi come la Triennale, la Rotonda della Besana, legati ai miei ricordi più intimi, come quando ci portavo le mie figlie a giocare. Un altro posto che amo moltissimo è Fondazione Prada. Credo che abbia cambiato il volto di Milano nel panorama internazionale.

E’ la città giusta per crescere dei bambini?
Purtroppo no, siamo in una sorta di “camera a gas” a causa della qualità dell’aria. Circa il 70% della superficie pubblica della città è occupata da auto e il parcheggio “alla milanese”.

Qual è il più grande pregio della Milano di oggi?
Offre infinite possibilità, ed è la città più aperta in Italia. “If you can make it here, you can make it everywhere”, come diceva Frank Sinatra. Ti dà la possibilità di farcela, a patto che tu abbia le idee chiare e la volontà di lottare.

E’ anche la città di tanti giovani creativi. Secondo te, c’è ancora spazio per loro?

Ci sono sempre stati e ci saranno sempre, perché questa città ha una capacità incredibile
di far emergere il talento. Quando si arriva a dire che non è più come prima, significa che siamo cambiati e che ci siamo arresi. Io non mi arrendo mai.

Un ultimo aneddoto legato alla città?
Una domenica di sole, dopo una partita di calcio a Parco Lambro, ho capito che Milano non era poi così male. Quella sensazione di libertà, mi ha convinto che fosse la mia città.

E per quanto riguarda il nuovo progetto dell’ospedale pediatrico?
È un progetto che mi emoziona molto. Da discoteche e negozi di moda a progettare un ospedale pediatrico, una bellissima evoluzione. È una sfida completamente diversa, ma che mi stimola a dare il massimo, mantenendo la stessa energia e il medesimo approccio.

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