Stefano Giovannoni

Un approccio che mescola ironia, funzionalità e bellezza; uno dei designer più influenti e originali del panorama italiano e internazionale: Stefano Giovannoni, ci racconta dei suoi inizi, dei suoi progetti più iconici e del legame profondo che ha con Milano.

Stefano, chi è il tuo maestro?
Reno Buti: mi ha insegnato a guardare il design con un occhio critico, ma anche a non prendersi mai troppo sul serio.

Qual è l’oggetto che hai disegnato che ti ha cambiato la vita?
Il vassoio “Girotondo”è stato il primo prodotto industriale che ho disegnato, ed è nata una vera e propria serie che ha avuto un successo straordinario, con oltre 12 milioni di pezzi venduti.

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Cosa vorresti disegnare in futuro?
Ho progettato veramente di tutto: casalinghi, prodotti di illuminazione, elettronica, scooter, pale eoliche. Sono un appassionato del mare, quindi direi
un’imbarcazione di 30 metri.

Hai organizzato una festa leggendaria durante la Design Week. Come è nata?
Nel 2003, abbiamo completato la ristrutturazione della palazzina industriale dove vivo, lavoro ed è la sede di Qeeboo, il brand che ho creato nel 2016. Diventato subito un appuntamento fisso, dai designer fino a personaggi della musica e della moda. Ron Arad, Marcel Wanders, addirittura Malcolm McLaren dei Sex Pistols.

Dicono che cucini benissimo. Dove hai imparato?
“Sul campo”, sperimentando continuamente. Sul design possiamo discutere, sulla cucina sono un’autorità. Adoro il pesce, e sono pronto a reggere qualsiasi confronto!

L’oggetto più brutto che avresti voluto disegnare?
Credo che dopo il “Merdolino”, che ha introdotto una delle tipologie più inusuali nel
design, ovvero lo scopino da bagno, mi sento a posto!

Se dovessi scegliere un oggetto che rappresenta Milano, quale sarebbe?
Durante la presentazione del Bagno Alessi, ho posizionato un “Merdolino” di 9 metri sulla terrazza della mia palazzina, un’ironica metafora della città, un po’ burlesca e provocatoria. Mi piace vedere le mie Rabbit Chair in luoghi iconici come Piazza Duomo o il Castello Sforzesco. Se ci fosse maggiore interazione tra amministratori e creativi, Milano sarebbe più interessante e stimolante.

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