Siamo stati nel laboratorio di PECORANERA, brand milanese di maglieria contemporanea nato nel 2022, dove artigianalità, design e tecnologia si incontrano, per fare due chiacchiere e vedere da vicino come nascono i loro capi unici.
Come avete iniziato?
Shun: Con un filo e un’urgenza: creare qualcosa di nostro, insieme.
Michele: In laboratorio, sbagliando e imparando. La maglieria ci ha insegnato le regole da rompere.
Antonio: Da un sogno mai realizzato. Volevamo uno spazio nostro, fuori da schemi sterili.
Il nome?
Antonio: Eravamo le pecore nere, troppo leggeri per essere presi sul serio. Il nome è una risposta: si può creare valore anche divertendosi.
Shun: Non è un nome, è una posizione. Volevamo qualcosa di necessario, non elegante. 
Chi vorreste vestire?
Antonio: Idealmente nessuno. I nostri capi sono arte, non prodotti.
Shun: Ci ispira chi attraversa le categorie, chi ha uno spirito libero.
Se Milano fosse un capo?
Antonio: Una felpa oversize, simbolo della moda industriale e delle sue contraddizioni.
Michele: Una giacca classica ma sbagliata apposta. Sotto la razionalità, tante deviazioni.
Cosa vi ispira?
Antonio: Le radici profonde dell’essere umano, prima
dell’industria.
Shun: Il contrasto tra fragilità e forza. La maglia è perfetta per raccontarlo.
Maglione d’estate o canotta d’inverno?
Michele: Maglione d’estate, sfida creativa.
Shun: Maglia long sleeve nera, sempre.
Come vi siete scelti?
Antonio: Non ci siamo scelti, ci siamo riconosciuti.
Posto del cuore a Milano?
Antonio: Milano tutta, sfida continua contro il grigiore.
Shun: Il nostro studio, dove tutto prende forma.
Milano è ancora il centro della moda?
Antonio: Forse non lo è mai stato davvero.
I giovani riescono ancora a farsi strada?
Michele: Sì, se smettono di copiare. Serve visione e coraggio di sbagliare.
In un mondo di copie, come distinguersi?
Shun: Restando fedeli alle proprie radici. E magari spegnendo Instagram.
@pecoranerastudio
@polyedral
@mich.conner
@antoniosydromano
@davide__bona
